Viola, “Cacciatori” di castagna e la Madonna della neve
“Pì longhe le neut. Otonn, cuverte, lenseu. Pì temp për sogné” “Più lunghe le notti/Autunno, coperte, lenzuola/Più tempo per sognare”
di Nicola Duberti, poeta e studioso dell’atlante toponomastico di Viola
Viola (“Viura”) si chiama così, non tanto per il colore, ma per la “piccola via”. L’origine è antichissima e si riferirebbe, secondo una certa interpretazione, forse a una seconda via romana che scavallava in Liguria, o forse una via dell’olio, come compare in alcuni documenti latini: “Vehola”. Il santo patrone è la Madonna della Neve, e la neve in effetti è una parte predominante. Anche se nella parte “alta”, dove sorgono gli stabilimenti di Viola St. Grée ci sono due facce: quella invernale e quella estiva, bella soleggiate. Il comprensorio si trova tra i 1050-1800 metri con piste da discesa, sci, snowboard e percorsi per racchette da neve. Ma con i pattini tra i piedi si possono anche solcare le piste di ghiaccio. In estate cambia volto, ma non l’adrenalina, specie con l’apertura del Bike Park. Si affronta il paesaggio in mountain bike, downhill, arrampicata o jump running. Per gli amanti del relax unito a un pizzico di brivido. Sulla “Rocca dei Corvi” è montata la via ferrata, un percorso di libero accesso, collaudata ed utilizzabile, previa naturalmente l’utilizzo di tutte le attrezzature di sicurezza.
Il colore, ovviamente viola, risalta sulla Big Bench che va raggiunta dopo una bella salita fra i castagni e nei boschi. Poi si devia sulla destra e ci si affaccia sulla rocca e le valli. La vista d’occhio è un po’ diversa dal solito, con le montagne ancora alte fra la nebbia, e le case piccole piccole come macchie dentro il verde. Viola si anima d’estate, agosto è pieno di eventi e le “seconde case” si riempiono. Poi verso l’autunno spazio ai “cacciatori” di castagna.