Villanova, l’antica chiesa di Santa Caterina
Per secoli è stata la chiesa parrocchiale del paese, ora che il compito è assolto da altre chiese del paese la bellissima Santa Caterina è diventata un po’ il salotto buono del paese, teatro di manifestazioni e incontri molto prestigiosi, tra cui, ad esempio i “Dialoghi Eula”, in occasione dei quali ha accolto ministri e politici di primo piano della Repubblica. Dichiarazioni rilanciate su giornali e televisioni di tutta Italia sono state rilasciate tra quelle mura.
Si affaccia sulla piazza di Villavecchia, il cuore antico di Villanova, il suo culmine anche geografico. Era, di nome e di fatto, la Piazza Maggiore del paese, dove si affacciavano gli edifici principali della vita pubblica: ospedale, casa comunale, oratorio dei disciplinati, il Castello e le abitazioni delle famiglie più in vista della città.
La chiesa di Santa Caterina sorse al posto di una chiesetta che risaliva addirittura a prima dell’anno Mille, probabilmente al IX secolo. L’edificio attuale fu costruito nel 1300 e subì diverse trasformazioni, ampliandosi negli anni. Il risultato è la pianta irregolare, una croce greca che ha inglobato varie strutture adiacenti. La torre campanaria, fu edificata nel Quattrocento, inserita nella navata laterale. Nel 1633 alle tre navate della struttura trecentesca ne fu aggiunta una quarta. All’ingresso fu posto l’attuale portico; gli interni furono cancellati da un nuovo intonaco. Le pareti della chiesa sono decorate da affreschi del Quattrocento, cicli di affreschi in stile gotico di Rufino d’Alessandria, oltre successivamente agli anonimi Maestro delle storie di San Sebastiano e Maestro della Madonna dei Boschi di Boves.
La chiesa ex-parrocchiale di Santa Caterina ha origini molto antiche. Infatti, la struttura presenta elementi romanici e gotici. La facciata è sormontata da una poderosa torre campanaria.
Di particolare interesse sono i cicli di affreschi quattrocenteschi che si snodano lungo le pareti delle due navate laterali e nel presbiterio. Sulla parete di controfacciata un Cristo Risorto, attorniato dagli strumenti della Passione, ricorda la processione che si svolgeva il Giovedì Santo, dal XVII secolo fino agli anni ‘50 dello scorso secolo, che prendeva nome dal gallo del tradimento di Pietro. Nella prima campata di sinistra un finto polittico con la Madonna e il Bambino tra due santi in nicchie, al centro la Crocifissione, sui lati l’Annunciazione. Attorno sono affrescate delle suggestive scene della vita e del martirio di San Sebastiano, molto venerato come protettore dalla peste: il santo martirizzato è gettato nella cloaca ma, a destra, appare alla nobildonna Lucina e le indica dove trovare il suo corpo: sono datati 1469. La seconda campata vede apparire al centro i resti di una Madonna di Misericordia, ai lati una Annunciazione (fine ‘300), un Cristo di pietà assistito da San Grato e una bellissima Santa Elena che regge la Croce, riferibili agli anni Novanta del XV secolo. Nelle lunette ogivali della volta a crociera le Storie di San Gioacchino con scorci prospettici di costruzioni merlate.
Sulle ultime campate gli affreschi, di pregevole fattura, sono attribuiti a Rufino di Alessandria e sono datati tra il 1410 e il 1415. Si ammirano: il Battista e San Bartolomeo, un Santo monaco cistercense, Sant’Ambrogio e San Giovanni Evangelista, San Michele arcangelo con lunghi capelli biondi e armatura, un bellissimo San Sebastiano in abito di corte, con una freccia nella mano, elegantissimo in calzamaglia rossa fiammante, maniche argento festonate e berretto con piuma, San Bernardo e San Lorenzo. Di notevole interesse il Battesimo di Gesù con un superbo airone cinerino. Nel presbiterio scene molto danneggiate della vita di Santa Caterina di Alessandria. A sinistra un antico tabernacolo ricavato nella parete è datato 1547. In testa all’ultima campata di destra, sempre attribuito a Rufino, il martirio di Santo Stefano, una scena concitata ed insieme ieratica e solenne; nel sott’arco i profeti Amos e Samuele. Sopra due pilastri della navata destra sono comparsi affreschi parziali con una crocifissione e il martirio dei Santi Abdon e Sennen a riprova che fino agli inizi del ‘600 la chiesa era costituita da solo tre navate.
L’esistenza quindi di una parete intera e completamente affrescata è privata anche di una rara Santa Caterina della Domenica, ora nel sottotetto inaccessibile e che si spera di rendere visibile con le nuove tecniche digitali, sempre nell’ambito del Museo Diffuso Villanovese.
L’antica parrocchiale di Santa Caterina è testimonianza di una ricca e articolata società villanovese del tardo medioevo proprio per il numero cospicuo di cicli pittorici.