Un popolo antichissimo, che viveva in simbiosi con la natura
C’erano una volta i Bagienni, un popolo la cui origine si perde all’alba dei tempi e sono finiti poi con l’essere categorizzati nella più ampia famiglia dei Liguri. Era una cultura molto legata alla natura, a tutto ciò che si ricava dalla foresta e a tutte le risorse che da essa si possono reperire. Basta pensare semplicemente all’etimologia del loro nome: deriva da “Baghos”, il faggio. Siamo ancora prima della venuta dei romani e non a caso i Bagienni, che si sistemarono nel Piemonte sudoccidentale, sono, di fatto, i primi piemontesi. Poi i romani inesorabilmente arrivarono e tutto cambiò. La loro capitale venne ribattezzata, per forza di cose, in Augusta Bagiennorum (l’attuale Bene Vagienna) e la sua fondazione è coeva a quella di Augusta Taurinorum (Torino) e Augusta Praetoria (Aosta). Bene Vagienna è bimillenaria perchè, per convenzione, si fa risalire la data di nascita al I secolo a.C. anche se gli insediamenti sono addirittura antecedenti. L’itinerario romano parte da qui. Dobbiamo immaginare Augusta Bagiennorum come uno snodo fondamentale, ai tempi dell’impero. La linea prosegue verso sud, nella piana dove scorre placido il fiume Stura, verso Trinità e Sant’Albano per poi ripiegare verso il Tanaro, su Magliano e Rocca de’ Baldi. La gloria di Augusta Bagiennorum è ormai lontana, sfocata, ma la cultura autentica dei Bagienni no. Anzi, qui si percepisce con particolare intensità l’atmosfera in cui si è sviluppato il modo di pensare tipico dei celti che vivevano in particolare simbiosi con la natura e sapevano interpretare le più piccole sfumature della vita delle piante e delle creature. Un tema che si ritrova centrale anche in altri luoghi che si incontrano viaggiando in questa porzione di pianura, sul lungo nastro di strada che si perde all’orizzonte verso la corona delle Alpi, e verso il mare.