La sacrestia di San Filippo: un gioiello nel cuore di Mondovì
L’ex-Oratorio del complesso monumentale della Congregazione dei Padri Filippini è tornato all’antico splendore grazie ad una sapiente opera di restauro
È una delle chiese più amate dai monregalesi. Il complesso monumentale della Congregazione di San Filippo Neri, a Mondovì Breo (in piazza Roma 3 – clicca qui per lo posizione su maps), si può a ben ragione definire una casa di fede, spiritualità, arte e bellezza. Se la chiesa svela ogni momento i suoi tesori, lo splendore si riflette anche nell’antico Oratorio, oggi utilizzato come sacrestia. Un ambiente che è tornato all’origine, grazie ad un accurato restauro, reso possibile grazie ai contributi delle Fondazioni CRT e CRC e del Ministero per i Beni e le attività culturali. La sacrestia ha anche una funzionalità pratica, quella di custodire molti oggetti: vasi sacri, paramenti, reliquie, calici, pissidi, ostensori e argenti vari, insieme a opere d’arte come sculture, affreschi e dipinti.
Aprendo il portone in noce massiccio, si è rapiti dalla “Gloria di San Filippo”, il tema unico dell’affresco che copre tutta la volta. Cento metri quadrati di affresco senza contare le pareti sulle quali sono disegnati colonne, capitelli e cornicioni in finto marmo, abbellito tutto da sontuosi tendaggi, ghirlande e coppe di fiori. San Filippo è raggiante di sole in estasi attorniato da angeli che spargono fiori e gigli; simboli del santo (“Il giglio della purezza” e “Il giglio di Firenze”, città natale di San Filippo), un altro angelo reca in mano un vassoio con il cuore di Filippo infiammato dallo Spirito Santo e ancora un angelo solennizza tutto con un turibolo d’oro fumante, mentre un altro allarga tra le mani un cartiglio con scritto: “Quelle son le tue conquiste, o Filippo”, indicando due gruppi di personaggi che si accingono ad entrare in paradiso grazie all’intercessione e all’aiuto di San Filippo Neri.
Abbassando gli occhi, lo sguardo riflette sul pavimento di marmo di Carrara e bardiglio grigio, con intarsiate tre stelle a otto punte simbolo della famiglia Neri. Sulle pareti, appesi alcuni quadri, olio su tela, tutti settecenteschi, raffiguranti San Giuseppe, il venerabile padre Giovanni Battista Trona, un ritratto di San Filippo e un dipinto che ritrae “La Pentecoste di San Filippo” (il momento in cui, immerso nella preghiera presso le catacombe di San Sebastiano, il suo cuore si infiammò di Spirito Santo tanto da dilatarsi tre volte tanto e lacerare lo sterno). Imponente il lavabo scolpito nel marmo bardiglio nero e verde di Frabosa, utilizzato per lavarsi le mani prima di vestire i paramenti. Su di esso la secreta in latino: “Da, Domine, virtutem manibus meis ad abstergendam omnem maculam; ut sine pollutione mentis et corporis valeam tibi servire” (Da’, o Signore, alle mie mani la virtù che ne cancelli ogni macchia: perché io ti possa servire senza macchia dell’anima e del corpo).
Il mobile in noce del Seicento ricollocato nel suo posto originale contiene nei cassetti i paramenti. Molti sono conservati nella chiesa, tra questi un parato completo del 1800 (pianeta, due dalmatiche, piviale, velo omerale e accessori), ricamato per la festa di San Filippo. Tra i ricami artistici, inoltre, sono degni di nota i paliotti intessuti in filo d’oro su seta. Un altro mobile di valore del Seicento è quello che, all’ingresso della sacrestia, custodisce le reliquie: voluto dal venerabile padre Giovanni Battista Trona per contenere la testa di San Prudente e la reliquia della Santa Croce, insieme a centinaia e centinaia di reliquie. È un capolavoro di legno intagliato e dorato. Tra le molte reliquie si riporta l’immagine del piccolo busto di San Filippo, anche questo in legno e foglia d’oro, del 1600, che contiene un pezzo del cuore di San Filippo, e l’urna che custodisce il corpo intero di San Fedele martire. Quest’ultimo prelevato dalle catacombe romane dei Santi Abdon e Sennem e fu poi posto nel 1728 in un pregiatissimo sarcofago di legno intagliato e decorato con foglia d’oro, donato da Isabella di Savoia Principessa di Carignano.
Aprendo poi gli sportelli dei mobili in sacrestia ecco che si trovano riposti gli argenti. I calici del 1700, importanti e in stile francese, in argento dorato, il calice donato dalla famiglia Merlo nel 1600, in argento, oppure il calice stile neo-gotico offerto dalla famiglia Battaglia, datato metà 1800. Da citare anche il bellissimo e prezioso ostensorio, in argento e oro. Viene utilizzato per le quarant’ore in onore del Sacro Cuore e riproduce San Filippo che indica il Cuore di Gesù sul quale si apre la raggiera che contiene l’Ostia consacrata. Molti erano i tesori racchiusi nella chiesa che, dopo l’invasione napoleonica e dopo la soppressione degli Ordini ecclesiastici, sono stati depredati, venduti o portati in altri luoghi.
Con molta fatica, i Padri di San Filippo cercano di mantenere e valorizzare questo grande complesso monumentale.
Per informazioni: Congregazione dell’Oratorio di San Filippo Neri Mondovì, clicca qui per il sito (sotto la sezione “orario visite”). Presente anche la pagina Facebook.
Indirizzo. Congregazione dell’Oratorio di San Filippo Neri. Piazza Roma n° 3 12084 Mondovì (CN)
Telefono: +39 0174- 42653
Email: Congregazione: info@sanfilippomondovi.it